La Galleria d’Arte Moderna di Milano e il Padiglione Artistico di Zagabria presentano dal 14 luglio al 21 agosto 2022 la mostra "Emanuel Vidovic – passatista e modernista".
Emanuel Vidovic (Spalato, 1870 – Spalato, 1953) è uno dei pittori chiave del modernismo croato; la sua attività artistica e le sue opere costituiscono la base del modernismo croato.
Si tratta di un pittore che ha cominciato a dipingere en plein air, ha proseguito sul filone del divisionismo, una versione italiana del postimpressionismo, per poi aderire all'impressionismo francese; il puntinismo, infatti, gli permetteva di conferire maggior ariosità all'immagine, rispetto al tratteggio, che è tipico del divisionismo.
Vidovic è un artista che ha avuto due “patrie artistiche“, la Croazia e l'Italia. Nasce, infatti, a Spalato, ma a soli 17 anni si trasferisce a Venezia, dove nell'autunno del 1887 si iscrive alla scuola di scultura dell'Accademia di Belle Arti; successivamente, però, opta per la scuola di pittura.
L'approccio conservatore presente nell'insegnamento accademico, all'epoca caratterizzante la maggior parte delle scuole d'arte in Italia e in Europa, non gli si addice, per cui nel 1890 abbandona gli studi. Tuttavia, rimane a vivere a Venezia, dipinge i canali veneziani e la laguna e l'atrio di San Marco diventa il suo primo atelier.
1892/1893: si trasferisce a Milano in cerca di un'occupazione. Cambia diversi lavori, impara a dipingere, si forma e segue eventi culturali e artistici.
1894: partecipa per la prima volta ad una mostra a Milano. Espone un dipinto sulla vita dei pescatori veneziani alle Esposizioni Riunite a Milano, proprio accanto ad un'opera del già famoso Giovanni Segantini. Lo stesso anno, per la prima volta, va alla scoperta di Chioggia, pittoresco paese di pescatori, in cui si reca spesso e che dipinge molto frequentemente.
1895: torna a Milano dove espone due dipinti all'Esposizione Permanente.
1896: si reca nuovamente a Chioggia e a Venezia e nel 1899 sposa Amalia Baffo, di Chioggia.
1897: lascia l'Italia e fa ritorno a Spalato con la famiglia; ciononostante il suo legame con l'Italia rimarrà fino alla morte.
Alla luce dei fatti appena presentati, che vanno a corroborare il profondo legame del pittore con l'Italia, con le città italiane di Venezia, Milano e Chioggia, il Padiglione Artistico di Zagabria presenta questo eccellente artista e le sue opere al pubblico, ai professionisti del settore e ai media italiani a Milano, città in cui Vidovic ha tenuto la sua prima mostra.
Nel 2018 nel Padiglione Artistico a Zagabria si è tenuta una grande mostra monografica di Emanuel Vidovic. Sono state presentate cronologicamente tutte le fasi dell'opera del pittore e sono stati esposti numerosi capolavori dell'artista presi in prestito dai più importanti musei e da collezioni private croate.
Allo stesso modo è stata ideata anche la mostra del pittore a Milano, prima presentazione postuma dell'artista nella città della sua giovinezza, dove fece i suoi primi "passi" professionali con la mostra del 1894.
Nell'esporre le migliori opere del pittore, la mostra di Milano si avvale di un approccio retrospettivo ed è concepita in modo tale da percorrere l'intera produzione dell'autore, dalle opere del primo periodo (1898-1921) fino ad arrivare al 1952, verso la fine della vita di Vidovic.
La mostra comprende circa 50 oli su tela, disposti cronologicamente dalla prima opera del 1899 fino all'ultima opera realizzata nel 1953.
Si distinguono per la loro emblematica importanza nell'arte moderna croata opere quali Motivo da Venezia, 1899; Venezia. Impressione, 1900 circa; Bacio del sole, 1903; Angelus, 1906; Dalla laguna, Chioggia, 1906 circa; Venezia, 1910 circa; Nella laguna, 1909 circa; Chioggia di sera, 1914-1918; Verso la Città Morta, 1919; Alba nel porto di Spalato, 1921 circa; Pescatori nel porto (Porto di Spalato), 1929.
Curatore della mostra è il professor Igor Zidic, uno dei più importanti storici dell'arte croati, nonché specialista delle opere di Emanuel Vidovic.
Il catalogo della mostra contiene il testo del professor Zidic e le riproduzioni di tutte le opere che compongono la mostra ed è pubblicato in italiano.
Comunicato stampa