English version  


MAURIZIO CATTELAN. LULLABY, 1994

Il 27 luglio 1993 all’esterno di questo stesso edificio un’automobile carica di esplosivo è lo strumento di un vile attentato. Cinque sono le vittime di una violenza che contemporaneamente colpisce Firenze con una bomba nei pressi delle Gallerie degli Uffizi. A Milano, che con l’operazione della magistratura denominata Mani Pulite era diventata la città italiana simbolo della lotta alla corruzione e alle oscure trame di una politica degenerata, l’evento traumatico assume il senso di una brutale opposizione ai processi di riforma e all’ottimismo progressista.
Il qui adiacente Padiglione d’Arte Contemporanea viene sventrato e distrutto dall’esplosione e le sue macerie diventano anche una potente metafora di tale drammatico momento storico.

Maurizio Cattelan, la cui poetica assume frequentemente il senso del fallimento come tema e la tecnica del “ready-made” come strategia privilegiata del fare artistico, utilizza i detriti per comporre Lullaby, una sarcastica ninna-nanna quale allegoria del sonno della ragione e della speranza. Un cumulo di rovine del PAC è raccolto, organizzato ordinatamente in sacchetti che sono disposti su grezzi pancali come fossero improvvisati simulacri di basamenti della scultura tradizionale. Proprio in questa collocazione, nel contrasto con la qualità degli ambienti e degli arredi del museo e al cospetto dell’iconico dipinto Quarto Stato, sembra però compiersi una sintetica traiettoria del Novecento. Se il capolavoro di Pellizza da Volpedo apre il secolo con la fiducia nell’avvenire e la rivendicazione dei diritti della nuova classe sociale e dei suoi valori, l’intervento di Cattelan restituisce il senso di tragedia e di fine dell’illusione del cosiddetto Secolo Breve. Tuttavia la metamorfosi delle macerie riqualificate in possibilità di opera e l’accogliere tale lavoro proprio in via Palestro nella parte nobiliare del Palazzo divenuto museo segnano anche un riscatto, la volontà di non cedere all’ineluttabilità della violenza, attuando una poetica e indomita forma di resistenza artistica e politica.

Comunicato stampa

Galleria d'Arte Moderna di Milano
via Palestro 16 - 20121 Milano

ORARI DI APERTURA
Martedì - domenica 10.00 - 17.30
(ultimo accesso un'ora prima dell'orario di chiusura)
Chiuso lunedì

BIGLIETTO MUSEO
• biglietto intero   € 5,00
• biglietto ridotto  € 3,00
Ingresso gratuito il primo e il terzo martedì del mese dalle ore 14.00 e ogni prima domenica del mese.

E' consigliata la prenotazione online al seguente link, anche per i titolari di gratuità  https://museicivicimilano.vivaticket.it
Per i dettagli consulta la sezione  Orari e Tariffe