
La conservazione preventiva
La conservazione preventiva consiste nelle azioni volte a prevenire l’insorgenza dei fenomeni di degrado delle opere d’arte e dell’edificio ovviando opportunamente a gravi situazioni conservative cui è necessario far fronte con pratiche invasive di restauro.
Maturata nell’ambito dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma grazie a figure di spicco quali Cesare Brandi e Giovanni Urbani, la conservazione preventiva si differenzia dal restauro in quanto non agisce sulle singole opere ma sul sistema museo composto da ambiente esterno, strutture architettoniche, allestimenti ed oggetti; da ciò deriva l’approccio multidisciplinare di questa che ormai è divenuta una prassi in cui convergono competenze afferenti ad ambiti quali la chimica dei materiali, la fisica dell’ambiente, l’areobiologia, il restauro, la museologia.
La Galleria d’Arte Moderna, condividendone i principi, da tempo ricerca il dialogo tra professionalità diverse facendosi promotrice di progetti in cui vengono coinvolti atenei ed istituti di ricerca al fine di pianificare azioni quotidiane di manutenzione conservativa.
Tra le iniziative intraprese dal Museo si ricordano la schedatura conservativa di ogni opera cui presto verrà associata quella ambientale, la ricerca storica, l’indagine sulla struttura architettonica dell’edificio storico (incluso il sistema di riscaldamento originale), e le attività di movimentazione e manutenzione compiute da personale appositamente formato.